L’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, sarebbe morto. A dichiararlo gli oppositori iraniani rifugiati a Londra.
È morto Ali Khamenei, la guida suprema del regime islamico. Precedentemente aveva subito un intervento a causa del cancro. A riferirlo alcune indiscrezioni, senza prove certe sull’accaduto. Secondo gli oppositori rifugiati a Londra, non ci sarebbero dubbi: la notizia della morte di Ali Khamenei sarebbe data per certa.
Pare che l’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, sia morto. A sostegno dell’indiscrezione le dichiarazioni degli oppositori iraniani rifugiati a Londra, rilasciate al giornale Today.it. Anche alcuni connazionali che vivono a Milano e Roma avrebbero confermato la notizia della morte della guida suprema del regime islamico.
Le indiscrezioni sarebbero emerse attraverso delle chat che riescono ad aggirare la censura di Teheran. Ancora non è giunta nessuna conferma o smentita da parte del governo islamico. In questo momento il governo dell’Islam si sta occupando della sanguinosa repressione nei confronti delle manifestazioni per la morte delle giovanissime Mahsa Amini e Hadith Najafi e delle altre ragazze uccise dal regime.
Le indiscrezioni di una fonte anonima in esilio a Londra
Un esiliato a Londra, rimasto anonimo, ha affermato: “Noi non abbiamo dubbi che Ali Khamenei sia morto. Giorni fa all’aeroporto Mehrabad di Teheran è partito un volo, protetto da imponenti misure di sicurezza. Molti credono che quel volo trasportasse il corpo di Khamenei”.
Poi la fonte ha aggiunto: “La notizia non viene diffusa dal regime perché il dubbio che Ali Khamenei sia ancora vivo mantiene unito il cerchio del potere nell’attuale situazione iraniana e nella repressione delle proteste. Se venisse annunciata la morte di Khamenei, il cerchio del potere si spaccherebbe e molti scenderebbero a patti con il popolo iraniano per evitare di essere processati in futuro”.
Infine ha concluso: “Non sappiamo nulla sulla sua sepoltura. Ma se questo fosse avvenuto in Iran, si sarebbe scoperto e la notizia della morte sarebbe circolata. Poiché la situazione resta incerta ed è possibile che finisca con una rivoluzione, l’unica città dove gli esponenti del governo potranno andare a rifugiarsi è Najaf in Iraq”.